lunedì 3 novembre 2014

Poliedrica. Ritratto di città. 3.11_ Bramante in anteprima.

Il secondo appuntamento dell'Associazione Elda Cerchiari Necchi allo Spazio Oberdan è con Emanuela Daffra, dal  1990 in servizio presso la Soprintendenza BSAE di Milano  in qualità di storico dell’arte, che ci conduce alla scoperta di alcuni aspetti inediti della poliedrica figura di Donato Bramante, in anteprima rispetto alla mostra che, a cinquecento anni dalla sua morte, gli sarà dedicata a Brera a partire dal 2 dicembre. 
D. Bramante. "Cristo alla colonna". Pinacoteca di Brera
Una lettura del ruolo guida di Bramante nella Milano di Ludovico il Moro, che apre nuove prospettive sul Rinascimento milanese.

Ciò che più ci affascina è il rinnovamento innescato da Bramante nel territorio lombardo che, in un momento di straordinaria vitalità culturale della corte sforzesca, tocca non solo l’architettura, ma anche - e forse in modo più esteso - l’insieme delle arti figurative,  procurando un forte rinnovamento all’attività di illustri maestri coevi, tra cui Vincenzo Foppa, Ambrogio Bergognone, Bartolomeo Suardi (che dal 1489 è noto con il soprannome di Bramantino) e Bernardo Zenale.
Ciascuno di essi reagirà in modo originale al suo modo “eroico” di occupare e di rappresentare lo spazio, in cui il riferimento all’antico è la chiave essenziale per rendere attuale il modo di rappresentare la realtà.  
E per creare un perfetto connubio tra discipline e temi di grande suggestione, l’Associazione Elda Cerchiari Necchi ha coinvolto quest’anno il Conservatorio G. Verdi di Milano. Alcuni suoi giovani allievi di talento accompagneranno buona parte degli incontri con un breve intervento musicale. 
Nella serata del 3 novembre, in particolare, viene gettato un ponte tra le misteriose proporzioni delle polifonie di Bach e l'architettura di Bramante.
J.S. BACH (1685-1750)
Ogni espressione dell’ingegno umano può essere ricondotta all’assunto pitagorico “tutto è numero”. Forte di quest’idea, Johann Sebastian Bach dedicò la sua intera vita alla ricerca del perfetto equilibrio tra le strutture matematiche che sottendono alla moltitudine delle sue composizioni e la ricerca dell’originalità espressiva che distingue la sua opera. Forse per questo Bach è detto “Architetto di Dio” e come il Bramante ha saputo meglio di altri rappresentare la grandezza del divino nella sua manifestazione agli uomini.  
Andrea Cavalazzi (1999) eseguirà la Suite n.3 in do magg. BWV per violoncello solo (25’) di J.S. Bach.  Preludio - Allemanda - Corrente – Sarabanda - Bourrée – Giga.