Il secondo appuntamento dell'Associazione Elda Cerchiari Necchi allo Spazio Oberdan è con Emanuela Daffra, dal 1990 in
servizio presso la Soprintendenza BSAE di Milano in qualità di storico dell’arte, che ci conduce alla scoperta di alcuni aspetti inediti della poliedrica figura di Donato
Bramante, in anteprima rispetto alla mostra che, a cinquecento anni dalla sua
morte, gli sarà dedicata a Brera a partire dal 2 dicembre.
D. Bramante. "Cristo alla colonna". Pinacoteca di Brera |
Ciò che più ci affascina è il rinnovamento innescato da
Bramante nel territorio lombardo che, in un momento di straordinaria vitalità
culturale della corte sforzesca, tocca non solo l’architettura, ma anche - e
forse in modo più esteso - l’insieme delle arti figurative, procurando un forte rinnovamento all’attività
di illustri maestri coevi, tra cui Vincenzo Foppa, Ambrogio Bergognone,
Bartolomeo Suardi (che dal 1489 è noto con il soprannome di Bramantino) e
Bernardo Zenale.
Ciascuno di essi reagirà in modo originale al suo modo
“eroico” di occupare e di rappresentare lo spazio, in cui il riferimento
all’antico è la chiave essenziale per rendere attuale il modo di rappresentare
la realtà.
E per creare un perfetto
connubio tra discipline e temi di grande suggestione, l’Associazione Elda Cerchiari
Necchi ha coinvolto quest’anno il Conservatorio G. Verdi di Milano. Alcuni suoi giovani allievi di
talento accompagneranno buona parte degli incontri con un breve intervento
musicale.
Nella serata del 3 novembre, in particolare, viene gettato un ponte
tra le misteriose proporzioni delle polifonie di Bach e l'architettura di
Bramante.
J.S. BACH (1685-1750) |
Andrea Cavalazzi (1999) eseguirà la Suite n.3 in do magg. BWV per violoncello
solo (25’) di J.S. Bach. Preludio -
Allemanda - Corrente – Sarabanda - Bourrée – Giga.