Lunedì 19 gennaio alle ore 18 allo
Spazio Oberdan riprende il ciclo POLIEDRICA. RITRATTO DI CITTA',
ideato da Elda Cerchiari Necchi e curato da Chiara Rosati, con un incontro dal titolo:
“Canzone
d’autore e identità milanese al Teatro Gerolamo (1958-1963)”.
In
collaborazione con Città metropolitana di Milano, con il Patrocinio del Comune
di Milano, il contributo di Gallerie d'Italia e con la partecipazione
straordinaria del Conservatorio G. Verdi di Milano.
Emilio Sala, professore associato di musicologia presso l’Università
degli Studi di Milano, si occupa in questa occasione di un tema – la “canzone
milanese” – a cui viene associato un luogo che contribuì non poco a configurarla:
il Teatro Gerolamo, con il proposito di sottolineare la dimensione teatrale di
un capitolo interessante e forse poco noto della storia della canzone d’autore
italiana.
Il Teatro Gerolamo, progettato nel 1868 da Giuseppe Mengoni che nel 1868 lo realizzò riproducendo in piccolo la Scala di Milano, con la sua dimensione intima, sofisticata e popolare a
un tempo, non va considerato come un contenitore “neutro”. Là ebbero luogo, lo ricordiamo
nell’incontro, spettacoli indimenticabili che dettero il via alla
formula del teatro-canzone, tra cui Giro
a vuoto (1960), Milanin Milanon
(1962) – il cui cast era già tutto
un programma: Tino Carraro, Enzo Jannacci, Sandra Mantovani, Milly e Anna
Nogara - e Costretto dagli eventi
(1963).
Tra i suoi principali autori
ricordiamo Fiorenzo Carpi (1918-1997) e Gino Negri (1919-1991) due musicisti
milanesi che più di altri giocano un ruolo di primo piano nel contesto che
andiamo ricostruendo.
Un repertorio vario che approda alle canzoni di Laura Betti su testi
“d’autore” di Moravia, Flaiano, Pasolini, Buzzati, Arbasino ecc. (messi in
musica, tra gli altri, da Negri e Carpi) e le canzoni della malavita di Ornella
Vanoni.
Ed è proprio a partire da questi anni che emerge il neologismo «cantautore»
che entra dapprima in circolo per esigenze «di classificazione a fini commerciali»,
ma che ben presto si trasforma acquisendo un significato più complesso e
ponendo Milano, forse è poco noto, davvero al centro delle invenzioni musicali
del tempo.
Ingresso libero.