lunedì 4 dicembre 2017

Sara Enrico vince Il Menabrea Art Prize

La giuria della settima edizione del Menabrea Art Prize 
presieduta quest’anno da Edoardo
Bonaspetti (curatore, Milano) e composta da
Francesco Simeti (artista, New York); Mauro
De Iorio (collezionista, Verona); Emanuel
Layr (gallerista, Vienna/Roma); Paola Maina
(ufficio stampa Birra Menabrea, Torino); Danilo
Ruggiero (presidente Untitled Association,
Roma) è stata chiamata a designare il vincitore
della settima edizione del Premio, il quale si
aggiudica:
– un contributo in denaro per la produzione di
un’opera inedita,
– la possibilità di realizzare e pubblicare un
libro d’artista o un’edizione in collaborazione
con CURA.BOOKS e Untitled Association.

L’etichetta di Sara Enrico (Biella, 1979) è stata
selezionata fra le proposte di: Gaia Di Lorenzo
(Roma, 1991); Alessandro Di Pietro (Milano,
1987); Andrea Polichetti (Roma, 1989); Marta
Ravasi (Milano, 1987).

Il Menabrea Art Prize 2017, giunto quest’anno
alla sua settima edizione, viene assegnato
a Sara Enrico. La giuria, dopo un’attenta
riflessione sui progetti proposti dai cinque
candidati, riconosce all’artista torinese il merito
di aver sviluppato il tema proposto MacGuffin
as a bottle / a bottle as a MacGuffin con
particolare efficacia formale e teorica.

Tanto il MacGuffin è un espediente narrativo
capace di rendere dinamica una trama,
quanto l’etichetta di Sara Enrico è motore di
curiosità e attenzione, oggetto di molteplici
interpretazioni possibili: la rappresentazione
dell’indumento attiva una funzione narrativa,
non è un contenuto o un significato definito
per lo spettatore. Traendo ispirazione dal
celebre romanzo ottocentesco di Flaubert,
il “guanto” di Madame Bovary è l’elemento
visivo strumentale a una comunicazione che
genera relazioni al di là della sua funzione
primaria in un gioco di seduzione o di sfida.
Lo spettatore viene distratto, il pensiero
condotto altrove: verso una persona? Verso un
oggetto fuoricampo? Cosa significa il guanto?
Al pubblico l’ardua sentenza.