martedì 17 novembre 2020
Le Parole del Vieusseux
venerdì 13 novembre 2020
7.24X0.26 Gallery presenta “AMAILNERO”
Via San Pietro all’Orto 26
Milano
a cura di Linda Zanolla
Apertura mostra: dal 13 novembre al 31 dicembre 2020
Da martedì a sabato h. 9.30 – 18.00
Ingresso libero
Pier Giuseppe Moroni, artista ed hairstylist, AMAILNERO e lo dimostra in queste immagini che si offrono allo spettatore come un racconto nel racconto, che intreccia arte e fotografia. Attraverso 22 Polaroid da lui scattate su cui è intervenuto con catrame, smalto e capelli, al tempo stesso evocative e perturbanti, Moroni colpisce la nostra sensibilità.
La materia è alla base del suo lavoro, materia immortale, combinata in diverse associazioni di forme e colori, tra cui prevalgono il nero e il rosso, tanto da dare vita a una sequenza che straborda di vita ed emotività.
Un codice espressivo denso di energia arcaica, primordiale e istintiva, senza tempo. Le sue composizioni sono astratte, espressive e sensuali, e da anni lo accompagnano in un lavoro di ricerca che ha avuto la sua prima ‘messa in scena’ presso la Galleria di Ramuntcho Matta a Parigi (2013).
Sono lavori ad alta intensità emotiva e si affiancano, nella vita di Pier Giuseppe Moroni, ad altri suoi lavori quotidiani e attività legate al mondo della bellezza. Sono, in altri termini, voluti momenti di respiro artistico, spazi intimi ricavati nell’accavallarsi di incontri, viaggi, volti, acconciature, set fotografici, passerelle.
Il tutto raccontato con l’immediatezza e l’unicità della Polaroid, che rimanda, per vigore, delicatezza e purezza, ai fiori che sono stati i primi soggetti creativi di Pier Giuseppe Moroni nel suo periodo newyorkese. Ancora oggi il fiore rosso dipinto molti anni fa ad acquarello è l’emblema della sua attività, logo e feticcio di numerose sue iniziative di successo
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lunedì 27 gennaio 2020
MOSTRA Il Vieusseux dei Vieusseux
Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento.
1820 – 1923
Dal 27 gennaio 2020
Palazzo Corsini Suarez, Firenze
Il 25 gennaio 2020, con l’inaugurazione a Palazzo Corsini Suarez della mostra Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 1820 – 1923 a cura di Laura Desideri, con la collaborazione di Francesco Conti, partono le iniziative per celebrare i duecento anni di attività ininterrotta del Gabinetto Vieusseux, oggi diretto - ed è la prima volta nella sua storia - da due donne: Alba Donati, Presidente e Gloria Manghetti, Direttore.
La data non è scelta a caso: Giovan Pietro inaugura proprio il 25 gennaio 1820 il suo gabinetto di lettura, ben provvisto di giornali e riviste in lingua inglese, francese, italiana e tedesca, nel clima di grande prestigio nazionale e internazionale della Firenze di allora.
La mostra propone un percorso articolato, supportato da documenti originali e installazioni multimediali, attraverso le sale del Gabinetto Vieusseux nel suo primo secolo di attività, quando era uno “stabilimento” privato, gestito dalla famiglia Vieusseux, ma strettamente intrecciato con la storia di Firenze dell'Otto-Novecento.
Il fondatore Giovan Pietro (1819-1863), dotato di un indubbio talento di uomo d’affari, impianta un’impresa che è insieme mercantile e culturale, basata su un gabinetto di lettura e su un’attività editoriale orientata ad accordare in un’azione comune le forze sparse dell’intellettualità fiorentina e toscana. L’impresa passa poi al nipote Eugenio (1864-1892), a cui succede il figlio Carlo, direttore dal 1892 fino alla cessione al Credito Italiano (1919).
In mostra vengono ricostruiti tre ambienti che evocano sale e persone presenti nelle prime tre sedi: Palazzo Buondelmonti (1820-1873), Palazzo Feroni (1873-1898), Palazzo Vieusseux, via Vecchietti (1898-1923), con oggetti del tempo, quadri, foto di interni, piante, ma anche descrizioni rintracciate nelle lettere e nei diari dei frequentatori, oppure nei romanzi ambientati a Firenze, con riferimenti al Gabinetto come Indian summer di Howells del 1886.
I libri esposti sono scelti tra quelli pubblicati nelle fasce cronologiche delle tre sedi: una selezione di novità individuate tra le prime edizioni francesi, inglesi, tedesche, russe (oltre che italiane), a partire dall’edizione ‘ventisettana’ dei Promessi Sposi fino alla Recherche proustiana.
Per assecondare il gusto del pubblico e incrementare il prestito dei libri, Eugenio apre le porte di Palazzo Ferroni alla cosiddetta letteratura amena, così entrano al Vieusseux numerosi “books for children” con le opere di Lewis Carroll e Louisa May Alcott, insieme ai “proto-gialli” di Poe, Collins e Dickens, presenti in mostra.
Dopo la morte di Eugenio, nel 1892, il figlio Carlo si impegna nell'acquisto di un edificio in Via Vecchietti, dove il Gabinetto viene trasferito, nel 1898.
Già capitale d’Italia, Firenze arriva agli anni della Prima Guerra Mondiale con una nuova fisionomia, quella di un centro di cultura avanzato e brillante, dove trovano spazio anche le pubblicazioni dei giovani 'rivoluzionari', come il Leonardo di Papini e La voce di Prezzolini.
Ma il dato più rilevante degli anni di via Vecchietti è il numero degli abbonamenti femminili, che sorpassano quelli maschili, posizionandosi al 56-58% rispetto al totale delle iscrizioni.
Con la testimonianza della figlia di Svevo, ritornata al Vieusseux nel 1979, in occasione delle celebrazioni sveviane, si chiude il percorso del “Vieusseux dei Vieusseux”: le sue parole da frequentatrice di antica data testimoniano la trasformazione del Gabinetto Vieusseux nel secolo scorso: dalla costituzione dell’Ente morale di proprietà del Comune di Firenze (1925), all’arrivo a Palazzo Strozzi, nel 1940. La grande biblioteca circolante dei Vieusseux è diventata un importante centro culturale, che «irradia nel mondo» la sua singolare storia, unico gabinetto di lettura sopravvissuto in Europa, da sempre dedito alla promozione della lettura e, attraverso di essa, del progresso civile.