I prossimi quattro appuntamenti organizzati dall’Associazione Elda Cerchiari Necchi dal titolo “POLIEDRICO ITINERARIO” avranno luogo presso una prestigiosa sede dell’Università degli Studi di Milano, Palazzo Greppi, via Sant'Antonio, 10 - Milano.
Curati da Stefano Allovio, professore di Antropologia culturale della Facoltà di Filosofia e da Chiara Rosati, saranno dedicati alle connessioni tra Creatività e Antropologia.
Come scrive Francois Laplantine, l’antropologia culturale non è tanto un sapere sulle identità locali, ma piuttosto un pensiero della relazione. Questo è tanto vero in rapporto alle appartenenze sociali quanto in riferimento ai prodotti culturali, agli artefatti, alle abilità artistiche. Sono le relazioni, le connessioni, le mescolanze e in ultimo gli incontri a generare un terreno fertile dove la creatività umana si sviluppa declinandosi in modo plurale. Per tale motivo occorre idealmente mettersi in viaggio e rinvenire negli angoli di mondo più disparati i frutti impazziti della creatività umana, ovvero i soli frutti possibili delle culture inserite nel flusso della storia.
Mercoledì 6 aprile ore 17
Marco Aime
Bob Dylan, il “Giuda elettrico”

Mercoledì
13 aprile ore 17
Adriano
Favole
L'identità è davanti a noi". Creatività
e politica in Nuova Caledonia
Costretti, loro malgrado, ad adattarsi a nuove lingue, culture e
tradizioni, i popoli dell’Oltremare europeo hanno vissuto in anticipo quei
fenomeni di pluralismo culturale e linguistico che l’Europa, di questi tempi,
farebbe bene ad ascoltare e indagare.
Mercoledì 20 aprile ore 17
Cristiana
Natali, Alessandra Pizza
L'India,
la danza e gli dèi
Il Bharata Natyam è una
forma di danza dell’India meridionale il cui repertorio attinge alla mitologia
e all’epica hindu. Attraverso una lezione-spettacolo potremo decifrare questa
complessa forma artistica scoprendone le caratteristiche tecniche e la capacità
di raccontare con vividezza le vicende di esseri umani e divinità.
Mercoledì 27 aprile ore
17
Stefano Allovio
Cannibali
a Manhattan
L’arte tradizionale mangbetu nasce più di 100 anni fa dall’incontro
fra la tradizione artistica congolese e la voracità commerciale newyorkese.
Un’arte autentica quanto basta per mostrare, ancora una volta, che la
creatività culturale si nutre di incontri, contaminazioni e connessioni
inaspettate.