martedì 17 novembre 2020

Le Parole del Vieusseux





1820-2020 DUECENTO ANNI DEL GABINETTO VIEUSSEUX

Nel bicentenario della nascita di uno dei più importanti centri culturali d'Europa, un programma di due anni di mostre, pubblicazioni e incontri nel nome della lettura e del progresso civile

Riprende online il ciclo Le Parole del Vieusseux, uno degli appuntamenti più attesi del bicentenario del Gabinetto Vieusseux

Il bicentenario del Gabinetto G. P. Vieusseux, le cui celebrazioni sono iniziate il 25 gennaio 2020 con l'inaugurazione della mostra Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento 1820 – 1923, riprendono dopo un periodo di forzata sospensione con due iniziative tra le più attese in programma: il ciclo di conferenze Le Parole del Vieusseux e la pubblicazione del volume Sono il pero e la zucca di me stesso, il carteggio di Carlo Emilio Gadda e Alessandro Bonsanti (1939-1969), prevista per la fine del prossimo gennaio.

Il ciclo Le Parole del Vieusseux è nato con l'intento di ribadire la modernità della visione culturale di Giovan Pietro Vieusseux e della sua famiglia. Ogni conferenza, infatti, 
approfondisce le “Parole” e i temi più significativi a rappresentare la storia e l’attività del Gabinetto - EUROPA, LIBRO, VIAGGIO, SCIENZA per citarne alcuni - in relazione al loro significato nel nostro tempo. Il ciclo si comporrà infatti di sette dissertazioni agili e di impianto divulgativo sul significato attivo di altrettante singole parole, interpretate e 
raccontate da protagonisti della cultura, delle lettere e delle scienze.  

Questa iniziativa, che aveva ha preso avvio l’8 febbraio scorso con la lezione in Sala Ferri di Ferruccio De Bortoli sulla parola EUROPA, proseguita con Michela Murgia e la parola COMUNICAZIONE, riprende in modalità online. 

Il programma del 2020 prosegue sabato 28 novembre alle ore 11 con Stefano Mancuso con la parola TERRA, il 12 dicembre con Francesca Mannocchi su MIGRAZIONE. E poi, per il 2021, il 16 gennaio Guido Tonelli con SCIENZA, il 13 febbraio Chiara Valerio con LIBRO, il 27 febbraio Eraldo Affinati con EDUCAZIONE, il 13 marzo Giuseppe Cederna con VIAGGIO, il 27 marzo Luciano Canfora con PROGRESSO.

Gli eventi sono gratuiti e fruibili in orari specifici nei giorni di programmazione e restano disponibili sul sito di Più Compagnia per la settimana successiva. I video sono in seguito disponibili sulla pagina YouTube del Gabinetto Vieusseux.





venerdì 13 novembre 2020

7.24X0.26 Gallery presenta “AMAILNERO”


Opere site specific di Pier Giuseppe Moroni


Via San Pietro all’Orto 26

Milano


a cura di Linda Zanolla


Apertura mostra: dal 13 novembre al 31 dicembre 2020


Da martedì a sabato h. 9.30 – 18.00


Ingresso libero


Pier Giuseppe Moroni, artista ed hairstylist, AMAILNERO e lo dimostra in queste immagini che si offrono allo spettatore come un racconto nel racconto, che intreccia arte e fotografia. Attraverso 22 Polaroid da lui scattate su cui è intervenuto con catrame, smalto e capelli, al tempo stesso evocative e perturbanti, Moroni colpisce la nostra sensibilità.

La materia è alla base del suo lavoro, materia immortale, combinata in diverse associazioni di forme e colori, tra cui prevalgono il nero e il rosso, tanto da dare vita a una sequenza che straborda di vita ed emotività. 

Un codice espressivo denso di energia arcaica, primordiale e istintiva, senza tempo. Le sue composizioni sono astratte, espressive e sensuali, e da anni lo accompagnano in un lavoro di ricerca che ha avuto la sua prima ‘messa in scena’ presso la Galleria di Ramuntcho Matta a Parigi (2013).

Sono lavori ad alta intensità emotiva e si affiancano, nella vita di Pier Giuseppe Moroni, ad altri suoi lavori quotidiani e attività legate al mondo della bellezza. Sono, in altri termini, voluti momenti di respiro artistico, spazi intimi ricavati nell’accavallarsi di incontri, viaggi, volti, acconciature, set fotografici, passerelle.

Il tutto raccontato con l’immediatezza e l’unicità della Polaroid, che rimanda, per vigore, delicatezza e purezza, ai fiori che sono stati i primi soggetti creativi di Pier Giuseppe Moroni nel suo periodo newyorkese. Ancora oggi il fiore rosso dipinto molti anni fa ad acquarello è l’emblema della sua attività, logo e feticcio di numerose sue iniziative di successo


#piergiuseppemoroni_artwork

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lunedì 27 gennaio 2020

MOSTRA Il Vieusseux dei Vieusseux


Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 

1820 – 1923

Dal 27 gennaio 2020

Palazzo Corsini Suarez, Firenze


Il 25 gennaio 2020, con l’inaugurazione a Palazzo Corsini Suarez della mostra Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 1820 – 1923 a cura di Laura Desideri, con la collaborazione di Francesco Conti, partono le iniziative per celebrare i duecento anni di attività ininterrotta del Gabinetto Vieusseux, oggi diretto - ed è la prima volta nella sua storia - da due donne: Alba Donati, Presidente e Gloria Manghetti, Direttore. 

La data non è scelta a caso: Giovan Pietro inaugura proprio il 25 gennaio 1820 il suo gabinetto di lettura, ben provvisto di giornali e riviste in lingua inglese, francese, italiana e tedesca, nel clima di grande prestigio nazionale e internazionale della Firenze di allora.

La mostra propone un percorso articolato, supportato da documenti originali e installazioni multimediali, attraverso le sale del Gabinetto Vieusseux nel suo primo secolo di attività, quando era uno “stabilimento” privato, gestito dalla famiglia Vieusseux, ma strettamente intrecciato con la storia di Firenze dell'Otto-Novecento. 

Il fondatore Giovan Pietro (1819-1863), dotato di un indubbio talento di uomo d’affari, impianta un’impresa che è insieme mercantile e culturale, basata su un gabinetto di lettura e su un’attività editoriale orientata ad accordare in un’azione comune le forze sparse dell’intellettualità fiorentina e toscana. L’impresa passa poi al nipote Eugenio (1864-1892), a cui succede il figlio Carlo, direttore dal 1892 fino alla cessione al Credito Italiano (1919).  

In mostra vengono ricostruiti tre ambienti che evocano sale e persone presenti nelle prime tre sedi: Palazzo Buondelmonti (1820-1873), Palazzo Feroni (1873-1898), Palazzo Vieusseux, via Vecchietti (1898-1923), con oggetti del tempo, quadri, foto di interni, piante, ma anche descrizioni rintracciate nelle lettere e nei diari dei frequentatori, oppure nei romanzi ambientati a Firenze, con riferimenti al Gabinetto come Indian summer di Howells del 1886. 

I libri esposti sono scelti tra quelli pubblicati nelle fasce cronologiche delle tre sedi: una selezione di novità individuate tra le prime edizioni francesi, inglesi, tedesche, russe (oltre che italiane), a partire dall’edizione ‘ventisettana’ dei Promessi Sposi fino alla Recherche proustiana. 

Per assecondare il gusto del pubblico e incrementare il prestito dei libri, Eugenio apre le porte di Palazzo Ferroni alla cosiddetta letteratura amena, così entrano al Vieusseux numerosi “books for children” con le opere di Lewis Carroll e Louisa May Alcott, insieme ai “proto-gialli” di Poe, Collins e Dickens, presenti in mostra. 

Dopo la morte di Eugenio, nel 1892, il figlio Carlo si impegna nell'acquisto di un edificio in Via Vecchietti, dove il Gabinetto viene trasferito, nel 1898. 

Già capitale d’Italia, Firenze arriva agli anni della Prima Guerra Mondiale con una nuova fisionomia, quella di un centro di cultura avanzato e brillante, dove trovano spazio anche le pubblicazioni dei giovani 'rivoluzionari', come il Leonardo di Papini e La voce di Prezzolini.

Ma il dato più rilevante degli anni di via Vecchietti è il numero degli abbonamenti femminili, che sorpassano quelli maschili, posizionandosi al 56-58% rispetto al totale delle iscrizioni. 

Con la testimonianza della figlia di Svevo, ritornata al Vieusseux nel 1979, in occasione delle celebrazioni sveviane, si chiude il percorso del “Vieusseux dei Vieusseux”: le sue parole da frequentatrice di antica data testimoniano la trasformazione del Gabinetto Vieusseux nel secolo scorso: dalla costituzione dell’Ente morale di proprietà del Comune di Firenze (1925), all’arrivo a Palazzo Strozzi, nel 1940. La grande biblioteca circolante dei Vieusseux è diventata un importante centro culturale, che «irradia nel mondo» la sua singolare storia, unico gabinetto di lettura sopravvissuto in Europa, da sempre dedito alla promozione della lettura e, attraverso di essa, del progresso civile.  

venerdì 29 novembre 2019

Signature Kitchen Suite @ Ordine degli Architetti di Milano

Signature Kitchen partecipa alle giornate di formazione

dell’Ordine degli Architetti Milano

Milano, 29 - 30 novembre 2019

Signature Kitchen Suite, nuovo brand built- in di elettrodomestici top di gamma, partecipa il 29 e 30 novembre alla “maratona” formativa dell’Ordine Architetti Milano - uno dei protagonisti nazionali nell’ambito della promozione del valore e della qualità dell’architettura e del progetto - presso la storica sede di Via Solferino.

Una full immersion di aggiornamento professionale unica in Italia centrata su alcune parole chiave: progettazione, creatività, sostenibilità, etica. Condividiamo con i professionisti dell’Ordine l’interesse per i valori connessi a una superiore qualità di servizi, affiancati alle più moderne tecnologie.

Al fine di “progettare bene per cucinare meglio”, è nato – con il sostegno di LG Electronics – Signature Kitchen Suite un marchio di elettrodomestici da incasso con tecnologie all’avanguardia, in grado di rispondere alle reali esigenze di chi cucina.

SKS è orgogliosa di accogliere architetti e progettisti mostrando i nuovi elettrodomestici premium da incasso, pensati per una generazione di cuochi che ricercano la maggior qualità nella preparazione e conservazione di cibi e bevande.

Prodotti innovativi ed esclusivi che rispondono perfettamente alla filosofia del TRUE TO FOOD, fedeltà e rispetto per la qualità e il gusto, nella massima cura di ogni gesto e contro ogni spreco. Ottimizzazione di tempi, spazi e risorse i nostri obiettivi. Originalità, eleganza e robustezza le principali caratteristiche degli elettrodomestici SKS.

sabato 20 luglio 2019

Vivian Maier - The Self-portrait and its Double

 

Vivian Maier, The Self-portrait and its Double

a cura di Anne Morin

20 luglio – 22 settembre 2019

Magazzino delle Idee

Corso Cavour, 2 - Trieste

Dal 20 luglio al 22 settembre 2019 il Magazzino delle Idee a Trieste presenta, per la prima volta in Italia, la mostra Vivian Maier, The Self-Portrait and its Double, a cura di Anne Morin, realizzata e organizzata dall’Ente per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con diChroma photography, Madrid, John Maloof Collection e Howard Greenberg Gallery New York.

70 autoritratti, di cui 59 in bianco e nero e 11 a colori, questi ultimi mai esposti prima d’ora sul territorio italiano, raccontano la celebre fotografa attraverso i suoi autoritratti scattati quando ancora, da sconosciuta bambinaia, passava il tempo a fotografare senza la consapevolezza di essere destinata a diventare una vera e propria icona della storia della fotografia. Nel suo lavoro ci sono temi ricorrenti: scene di strada, ritratti di sconosciuti, il mondo dei bambini – il suo universo per così tanto tempo – e anche una predilezione per gli autoritratti, che abbondano nella produzione di Vivian Maier attraverso una moltitudine di forme e variazioni, al punto da essere quasi un linguaggio all'interno del suo linguaggio. Un dualismo. L'interesse di Vivian Maier per l'autoritratto era più che altro una disperata ricerca della sua identità. Ridotta all'invisibilità, ad una sorta di inesistenza a causa dello status sociale, si mise a produrre prove inconfutabili della sua presenza in un mondo che sembrava non avere un posto per lei.

venerdì 28 giugno 2019

Sergio Scabar - Oscura Camera (1969-2018)

Sergio Scabar
Oscura Camera (1969-2018)

 

a cura di Guido Cecere e Alessandro Quinzi  

28 giugno - 13 ottobre​ 2019


Ente Regionale per il Patrimonio Culturale
Musei provinciali di Gorizia
Palazzo Attems Petzenstein
Piazza E. de Amicis, 2 Gorizia
 

a cura di Musaeus Società Cooperativa


I Musei Provinciali di Gorizia ospitano la mostra
 Sergio Scabar Oscura Camera (1969-2018),  a cura di Guido Cecere e Alessandro Quinzi, inaugurata lo scorso 27 giugno e aperta fino al 13 ottobre 2019.

La mostra si arricchisce di un appuntamento settimanale che prevede la visita guidata e gratuita della mostra, grazie alla collaborazione con Musaeus Società Cooperativa.

Oscura Camera è la prima antologica in Italia dedicata a Sergio Scabar, artista che ha fatto dello scatto un vero strumento di riflessione e di indagine. Autodidatta, Scabar è divenuto noto per l’originalità de Il teatro delle cose del 1999, lavoro che ha segnato la sua svolta stilistica votata a una ricerca poetica incentrata sull’essenzialità degli oggetti e delle loro forme. Il percorso espositivo è composto da quasi 300 fotografie e si sviluppa seguendo l’andamento cronologico del lavoro di Scabar, distinguibile in due fasi: una prima en plein air, del genere del Reportage, e una successiva più sperimentale e riflessiva, che dagli anni Novanta in poi ha definito la sua cifra artistica. 



venerdì 14 giugno 2019

CHRISTOPHE MEIMOON

homme

Mostra Fotografica

7.24X0.26 Gallery di Pier Giuseppe Moroni

Via San Pietro all’Orto 26_ Milano

a cura di Linda Zanolla

14 giugno al 31 agosto 2019

Da martedì a sabato h. 9.30 – 18.00

Ingresso libero

Dal 14 giugno al 31 agosto 7.24X0.26 Gallery di Pier Giuseppe Moroni presenta homme, la prima mostra italiana di Christophe Meimoon. L'esposizione si sviluppa in 19 immagini retroilluminate allestite in boxlight e 17 stampe, tutto in un rigoroso e avvolgente bianco e nero, realizzate in varie parti del mondo negli ultimi tre anni. 

Il mondo maschile qui proposto da Meimoon e dalla curatrice Linda Zanolla, ha un tratto distintivo di grande eleganza e seduzione, che si tratti di personaggi famosi - da Noel Gallagher a Tim Roth - o di modelli la cui bellezza emerge in modo sempre accattivante e mai scontato.

Oltre a fotografie di importanti campagne sono qui presentati numerosi scatti inediti, che sono il risultato di un lungo lavoro di ricerca del fotografo francese, affascinato soprattutto dalla potenza del ritratto e particolarmente interessato a ciò che può esprimere un volto.  Per Christophe la bellezza non è infatti guidata da alcuna norma, è una percezione insita nel profondo e differente in ogni soggetto. Come lui stesso racconta, a seguito di un evento personale, tre anni fa ha iniziato un lavoro di ricerca artistica intorno all'uomo, mettendo in discussione il precedente lavoro fotografico che per lui si era svuotato di significato.

L’ispirazione a creare foto nasce in questa nuova fase della sua carriera da diverse suggestioni, dopo aver visto una mostra, un film o anche un volto, che lo riportino a memorie artistiche o di vita vissuta. Così emerge la sua natura nostalgica, immersa nelle atmosfere dagli anni '50 agli anni '80.

Meimoon dedica particolare attenzione ai casting che, nell’incontro con la personalità dei suoi soggetti, rappresentano la chiave delle sue fotografie, con un approccio estetico profondo e intimista. Questo lavoro rappresenta oggi la sua personalità ma è da lui considerato solo un inizio, il primo atto di un progetto più ampio che desidera tradurre in film.