lunedì 27 gennaio 2020

MOSTRA Il Vieusseux dei Vieusseux


Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 

1820 – 1923

Dal 27 gennaio 2020

Palazzo Corsini Suarez, Firenze


Il 25 gennaio 2020, con l’inaugurazione a Palazzo Corsini Suarez della mostra Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 1820 – 1923 a cura di Laura Desideri, con la collaborazione di Francesco Conti, partono le iniziative per celebrare i duecento anni di attività ininterrotta del Gabinetto Vieusseux, oggi diretto - ed è la prima volta nella sua storia - da due donne: Alba Donati, Presidente e Gloria Manghetti, Direttore. 

La data non è scelta a caso: Giovan Pietro inaugura proprio il 25 gennaio 1820 il suo gabinetto di lettura, ben provvisto di giornali e riviste in lingua inglese, francese, italiana e tedesca, nel clima di grande prestigio nazionale e internazionale della Firenze di allora.

La mostra propone un percorso articolato, supportato da documenti originali e installazioni multimediali, attraverso le sale del Gabinetto Vieusseux nel suo primo secolo di attività, quando era uno “stabilimento” privato, gestito dalla famiglia Vieusseux, ma strettamente intrecciato con la storia di Firenze dell'Otto-Novecento. 

Il fondatore Giovan Pietro (1819-1863), dotato di un indubbio talento di uomo d’affari, impianta un’impresa che è insieme mercantile e culturale, basata su un gabinetto di lettura e su un’attività editoriale orientata ad accordare in un’azione comune le forze sparse dell’intellettualità fiorentina e toscana. L’impresa passa poi al nipote Eugenio (1864-1892), a cui succede il figlio Carlo, direttore dal 1892 fino alla cessione al Credito Italiano (1919).  

In mostra vengono ricostruiti tre ambienti che evocano sale e persone presenti nelle prime tre sedi: Palazzo Buondelmonti (1820-1873), Palazzo Feroni (1873-1898), Palazzo Vieusseux, via Vecchietti (1898-1923), con oggetti del tempo, quadri, foto di interni, piante, ma anche descrizioni rintracciate nelle lettere e nei diari dei frequentatori, oppure nei romanzi ambientati a Firenze, con riferimenti al Gabinetto come Indian summer di Howells del 1886. 

I libri esposti sono scelti tra quelli pubblicati nelle fasce cronologiche delle tre sedi: una selezione di novità individuate tra le prime edizioni francesi, inglesi, tedesche, russe (oltre che italiane), a partire dall’edizione ‘ventisettana’ dei Promessi Sposi fino alla Recherche proustiana. 

Per assecondare il gusto del pubblico e incrementare il prestito dei libri, Eugenio apre le porte di Palazzo Ferroni alla cosiddetta letteratura amena, così entrano al Vieusseux numerosi “books for children” con le opere di Lewis Carroll e Louisa May Alcott, insieme ai “proto-gialli” di Poe, Collins e Dickens, presenti in mostra. 

Dopo la morte di Eugenio, nel 1892, il figlio Carlo si impegna nell'acquisto di un edificio in Via Vecchietti, dove il Gabinetto viene trasferito, nel 1898. 

Già capitale d’Italia, Firenze arriva agli anni della Prima Guerra Mondiale con una nuova fisionomia, quella di un centro di cultura avanzato e brillante, dove trovano spazio anche le pubblicazioni dei giovani 'rivoluzionari', come il Leonardo di Papini e La voce di Prezzolini.

Ma il dato più rilevante degli anni di via Vecchietti è il numero degli abbonamenti femminili, che sorpassano quelli maschili, posizionandosi al 56-58% rispetto al totale delle iscrizioni. 

Con la testimonianza della figlia di Svevo, ritornata al Vieusseux nel 1979, in occasione delle celebrazioni sveviane, si chiude il percorso del “Vieusseux dei Vieusseux”: le sue parole da frequentatrice di antica data testimoniano la trasformazione del Gabinetto Vieusseux nel secolo scorso: dalla costituzione dell’Ente morale di proprietà del Comune di Firenze (1925), all’arrivo a Palazzo Strozzi, nel 1940. La grande biblioteca circolante dei Vieusseux è diventata un importante centro culturale, che «irradia nel mondo» la sua singolare storia, unico gabinetto di lettura sopravvissuto in Europa, da sempre dedito alla promozione della lettura e, attraverso di essa, del progresso civile.